Piano Rifiuti Regionale del Lazio, ecco perché è stata un'occasione persa

Il piano di Gestione dei Rifiuti della Regione rappresenta la sintesi perfetta del motto di gattopardiana memoria: cambiare tutto per non cambiare niente. Abbiamo atteso per anni che si arrivasse ad un proposta che colmasse una lacuna regolamentativa ed abbiamo osato sperare che si riuscisse a immaginare un nuovo modello di gestione, diverso da quello che fino ad oggi ha visto i nostri territori afflitti da impianti di grandi dimensioni, sovradimesionati rispetto al reale fabbisogno e con effetti ambientali, economici e socio-sanitari che sono sotto gli occhi di tutti”. Così in una nota il gruppo M5S in Consiglio regionale del Lazio.

“Con i nostri emendamenti abbiamo cercato di dare un contributo fattivo, proponendo soluzioni che mettessero al centro le realtà locali rendendole protagoniste e partecipi delle scelte, che salvaguardassero le vocazioni territoriali e il nostro patrimonio archeologico, turistico, agricolo e ambientale, attraverso precisi criteri di localizzazione degli impianti che adesso vedono intere aree trasformate in enormi compound industriali – spiega la nota -. E abbiamo anche cercato di fare chiarezza sul tema delle autorizzazioni per gli impianti di trattamento della frazione organica e sugli inceneritori che restano il problema dei problemi.

Quasi tutti i nostri emendamenti sono stati respinti e questo indica la precisa volontà di non cambiare lo stato delle cose, di limitarsi ad una fotografia, peraltro sfocata, dell’esistente, che non riesce ad andare oltre l’attuale schema, ormai anacronistico – continua la nota -. Le soluzioni c’erano per creare un’amministrazione virtuosa che coniugasse ambiente, riduzione dei costi ed esigenze territoriali. Peccato che si sia persa anche questa occasione. Questo Piano non risolverà le criticità del fragile sistema di gestione dei rifiuti della regione Lazio e darà l’assist alla Comunità Europea, per sanzionarci, sempre per le stesse motivazioni. E a pagarne le spese, economiche e non, ancora una volta saranno i cittadini”.