Contro la mafia: un discorso non pronunciato - Gaia Pernarella

Nonostante l’organizzazione della inaugurazione nella sede del consiglio regionale del Lazio della Bottega della Legalità e dell’intitolazione dei locali della Buvette ai “giovani contro le Mafie” avesse comunicato nei giorni scorsi la possibilità per i consiglieri regionali di intervenire nella Sala Mechelli questo non è stato possibile. Pubblichiamo quindi il testo del discorso che Gaia Pernarella avrebbe voluto pronunciare:

Oggi a meno di un mese dalla mozione presentata dal consigliere Baldi in solidarietà al magistrato Di Matteo ci ritroviamo qui a discutere di antimafia. Una discussione a mio avviso un po’ sterile, come se attaccare striscioni ed intitolare sale sia l’unico impegno che questa giunta sia in grado di prendere contro le mafie. Si continua quindi , come ho sottolineato più volte ad occuparsi di un’antimafia dell’immaginifico, per citare un’espressione cara alle associazioni composte anche dai sindacati di polizia.   Senza voler nulla togliere all’importanza che l’associazione di don Ciotti, Libera, svolge sul piano educativo e della formazione delle coscienze, riteniamo di dover sottolineare che il livello di penetrazione delle mafie nel tessuto sociale economico e politico conseguito nella nostra regione, richieda un impegno più incisivo, più concreto nella lotta alla criminalità, un impegno basato su un’azione continua di ricerca, indagine  e denuncia. Nomi e cognomi che a quanto ci risulta Libera non ha messo in campo. Tutto ciò fa sospettare che l’invito esclusivo a don Ciotti ed alla sua associazione sia attribuibile ad un giudizio di pura e mera marca politica, come se questa maggioranza recrimini un’antimafia di partito e ciò francamente non può  vederci consenzienti.  Già Libera è stata favorita con l’assegnazione di un esercizio all’interno degli ambienti della Regione Lazio, tale atteggiamento partigiano e fazioso del presidente della giunta va censurato in quanto favorire Libera, non premia le molte altre associazioni antimafia che non godono di posizioni di prestigio, ma che pur tuttavia sono impegnate a scovare mafiosi e a denunciarli agli organi competenti.Tale atteggiamento poi, non sembra molto dissimile all’uso ormai consolidato all’interno di questa istituzione di assegnare incarichi in maniera diretta a chi più è confacente ai gusti del governatore di turno ed al suo partito.

Più volte abbiamo denunciato che solo con modalità trasparenti e con l’istituzione di bandi pubblici chiari si possono restringere le maglie di un sistema ormai propenso all’infiltrarsi di della corruzione e di atteggiamenti mafiosi.

A tal proposito, noi del Movimento % Stelle chiediamo ufficialmente al presidente del Consiglio Regionale di fornirci l’elenco completo dei  beni confiscati alla mafia nella regione Lazio ed assegnati a Libera e quello che riguarda finanziamenti, sussidi e quant’altro erogato sempre dalla Regione all’associazione di Don Ciotti ed allo stesso modo quelli erogati ad altre associazioni Antimafia.

Concludo ribadendo che l’unico modo per dare un colpo alla criminalità è il rispetto delle regole, quello stesso rispetto che a nostro parere, ad oggi è ancora lontano dall’essere  praticato.