Operazione verità, ecco i risultati delle analisi ARPA su Rida Ambiente

“Che qualcosa non andasse per il verso migliore lo avevamo subodorato. Dopo cinque anni, infine, il riscontro a noi e ai cittadini che ci hanno interpellato disperati sulla situazione di Rida Ambiente, e sui rifiuti fino a poco tempo fa inviati in discarica a Borgo Montello e non solo, ce lo dà ARPA Lazio. Non avevamo dubbi, troppo politicamente complicato per questa giunta dare delle risposte chiare e inequivocabili come quelle dell’ente deputato a questo tipo di verifiche”.

A dichiararlo è Gaia Pernarella, capogruppo alla Regione del Movimento 5 Stelle.

“Fin dal nostro insediamento, quattro anni e mezzo fa – spiega la Consigliera terracinese – attraverso ripetuti accessi agli atti, question time e interrogazioni a risposta scritta abbiamo provato ad andare fino in fondo sugli impianti della provincia di Latina. Fiato sul collo alla giunta ed al lavoro della direzione rifiuti che nel novembre dell’anno scorso portò anche Ministero e Prefettura alla richiesta di una verifica su tutti gli impianti di trattamento smaltimento della Regione. Nel caso di Rida Ambiente, un sopralluogo dell’ARPA nel novembre 2016 condusse alla certificazione del mancato rispetto dei limiti di legge relativamente all’indice respirometrico del rifiuto in uscita dall’impianto. Quindi – prosegue la Pernarella nella sua ricostruzione storica -, come noto Rida Ambiente si rivolse al Tar del Lazio che dispose una nuovo controllo in contraddittorio svoltosi a luglio 2017 e i cui esiti abbiamo potuto verificare attraverso l’ultimo accesso agli atti. Ne è emerso che seppure l’indice respirometrico questa volta rientrasse nei limiti di legge, ARPA Lazio osserva che il campione prelevato non può essere confrontato a quello del novembre 2016 (58454_all1_relazione). Inoltre, la lunga permanenza all’interno delle zone di trattamento del rifiuto, “ha condizionato in difetto il valore di indice respirometrico ottenuto”. Aggiunge la Consigliera regionale, citando ARPA Toscana a sua volta citata nel documento di ARPA Lazio: ” ‘Il rifiuto appariva estremamente eterogeneo e nella massa erano facilmente riconoscibili bottiglie di plastica, scarpe, pezzi di legno e di tubo, indumenti etc.’ “. E ancora: ” ‘presenza nella frazione organica di componenti non degradate (feci di cane ancora nel sacchetto compostabile integro), pone dubbi sull’avvenuto trattamento del rifiuto urbano in questione, ovvero che la ditta RIDA Ambiente l’abbia effettivamente sottoposto al trattamento previsto prima del conferimento dei rifiuti presso la discarica gestita dalla società Belvedere’ ”.

“E se tutto questo l’avesse detto un esponente del Movimento 5 Stelle – osserva la Pernarella – non avremmo fatto fatica a immaginare la reazione della società. In questo caso, però, a mettere nero su bianco uno stato di fatto a nostro parere gravissimo è il direttore della Sezione Arpa Lazio chiamato a eseguire gli adempimenti richiesti dal Tar. Il tutto, scrive il Direttore, “in assenza di alcuna utile collaborazione da parte della Società”, dopo aver aggiunto poco prima che “la società non ha fornito risposta ai quesiti della scrivente Agenzia, rifiutandosi di dichiarare l’operazione di gestione cui il rifiuto in oggetto era stato sottoposto, il codice attribuito al rifiuto, e la destinazione dello stesso, rimandando esclusivamente a quanto riportato dal Decreto del Tar del Lazio, lasciando irrisolte le richieste sollevate da Arpa Lazio”.

Tutto sicuramente legittimo da parte di una società privata che si vede chiamata in un procedimento amministrativo ma a nostro parere controproducente considerato che questo privato eroga un servizio pubblico fondamentale. E con quale cura, lo testimoniano i risultati che noi soli, assenti non giustificati i tradizionali partiti e movimenti ambientalisti, abbiamo documentato”.

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