Erosione costiera, la sensibilità è cambiata

“Preservare i sistemi naturali di difesa idraulica della costa”, è il titolo del seminario a cui ho preso parte nella mattinata di martedì presso il Polo di Latina dell’Università La Sapienza: un tema, anche per la mia provenienza geografica, che ho a cuore da molto prima di essere eletta in Consiglio regionale. Atti alla mano, infatti, in questi anni di attività ispettiva e legislativa ho potuto approfondire e constatare le fallimentari politiche condotte dalla governance regionale su un territorio complesso e fragile quale è quello laziale, e in particolare pontino, ma allo stesso tempo ricco di pregio ambientale e naturalistico.

Nel corso del mio intervento presso l’Università La Sapienza ho pertanto ribadito come è necessario un maggiore dialogo tra chi porta avanti il difficile lavoro di ricerca e studio e chi deve attuare politiche indirizzate al progresso. Allo stesso tempo non ho potuto fare a meno di sottolineare come ancora oggi la legge regionale, la 53/98, dedica al tema dell’erosione costiera un capitolo fin troppo marginale, significativo di una sensibilità non ancora sviluppata negli anni ‘90. A riprova gli interventi condotti negli ultimi venti anni, dal nord al sud della regione, che poco hanno tenuto conto delle specifiche caratteristiche dei luoghi, spesso limitandosi semplicemente a spostare il problema, senza mai tendere a risolverlo e a tenere nella giusta considerazione le attività antropiche sulla costa. Inoltre, proprio a causa dell’attuale impianto legislativo, lasciando ai Comuni ogni azione economica di manutenzione, solo da due anni e grazie a un emendamento del Movimento 5 Stelle, supportati dalla Regione dal punto di vista tecnico amministrativo, ma non economico, quest’ultimo un evidente fattore di aggravio per la buona riuscita delle opere messe in campo.

Ciononostante, il recente protocollo d’intesa tra Regione, Parco del Circeo e Comuni di Latina e Sabaudia (Copia-2092), che l’Ente regionale intende estendere quanto prima ai comuni costieri laziali (Copia-1641), e che tra l’altro prevede il riutilizzo delle sabbie ottenute dal dragaggio, a mio modo di vedere è il segnale tangibile di un’inversione di tendenza che continuerò a stimolare. E che nei prossimi anni, oltre a poter dare il via a nuove e sostenibili attività economiche, auspico saprà ridare dignità a tutto il nostro litorale.