Parchi... Continua l' "okkupazione"

Quali saranno mai le competenze necessarie per essere nominato Direttore dell’Ente Regionale del Parco dei Monti Aurunci? Dopo aver letto la terna di nomi avanzata dal presidente Michele Moschetta, fino all’altro ieri commissario, non possono che sorgerci ulteriori dubbi su quali siano le logiche portate avanti dal governo regionale guidato da Nicola Zingaretti. Ecco spuntare tre nomi che con le tanto care tematiche ambientali, unico requisito a dover animare una scelta tanto delicata, poco hanno a che fare. Nomi per lo più di illustri “trombati” della politica, forse utili in vista delle elezioni del 2018, data la logica tanto cara al Governatore secondo cui: “bisogna allargare il consenso”. In passato avevamo già assistito al tentativo, poi fallito, di nominare direttore Lucio De Filippis, già consigliere della comunità montana, e dunque incompatibile, ma ovviamente interno al Pd.

Giorgio De Marchis (foto blog)

Questa volta andiamo oltre, vinciamo facile, ed ecco, come il maggiormente accreditato al ruolo di nuovo direttore del Parco sia Giorgio De Marchis. Cercate il curriculum? Ecco quello politico: nel 1997 fu eletto per la prima volta nel Consiglio comunale di Latina per la lista del PDS, rieletto poi nelle elezioni del 2002, nel 2007 e ancora nel 2011. E poi nel 2008 Segretario comunale del Pd, nonchè candidato sindaco sconfitto alle elezioni 2011. Attualmente dipendente Ater, quali competenze ambientali avrà mai Giorgio De Marchis?

Oreste Luongo (foto Twitter)

Oltre al suo, nella terna appare il nome di Oreste Luongo, probabilmente anche per lui vale la logica dell’ “allargare il consenso”, visto che l’oggi funzionario della sede INPS di Formia, risulta essere un assistente sociale specializzato in programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali, candidato alla Camera dei Deputati, nel 2013 per Ingroia e nel 2008 con l’Italia dei Valori e contemporaneamente parte della Segreteria Politica del Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Negli anni ’90, leggiamo su internet, era impegnato con “La Rete” di Leoluca Orlando divenendo anche coordinatore della provincia di Napoli e successivamente, dal 1993 al 1997, Consigliere Comunale dello stesso capoluogo parenopeo con Antonio Bassolino sindaco, prima di diventare “uno dei principali animatori dell’Ulivo nel Sud Pontino”.

Gaetano Visca (foto Facebook)

Magari, invece, ce la farà Gaetano Visca, il più sconosciuto dei tre ma l’unico che sembrerebbe aver messo piede in un parco, quello del Lago di Fondi e Monti Ausoni in particolare, dove risulta avere ricoperto il ruolo di Economo, Project Manager esperto della gestione, manutenzione e web manager del sito istituzionale dell’Ente e, inoltre, avere collaborato presso il Centro Regionale Educazione e Informazione Ambientale – Sportello Informativo sulle Energie Rinnovabili di Fondi. Ovviamente, con Zingaretti è sempre così, anche lui ha una storia politica: nel 2003 era segretario della Sinistra Giovanile di Fondi ma, nota decisamente più importante, alle ultime consultazioni regionali era un elettore in prima linea del Presidente, tra i fondatori di un comitato nato a Fondi a sostegno proprio dell’attuale governatore e di, (indovinate un po’?), proprio lui, Giorgio De Marchis consigliere regionale (trombato anche lì). Si chiamava: “Adesso tocca a voi. Il Lazio perbene”.

Ecco quali sono i reali requisiti per ambire alle cariche pubbliche nella Regione Lazio, non l’ottemperanza dell’art. 24 della legge regionale 29/97 (quella che appunto norma le aree naturali protette) o il rispetto dei registri di cui all’art. 9 della legge 394/91, bensì la fedeltà al partito che certo verrà ricompensata. Niente di nuovo, figuriamoci, ma ultimamente l’agguato ai Parchi diventa sempre più aggressivo.

Negli ultimi due anni abbiamo visto applicare norme urbanistiche dove prima insistevano norme di tutela ambientale, controllo della fauna selvatica dove la caccia era assolutamente vietata. Per non parlare della governance dei Parchi della Regione Lazio che è stata modificata più volte a suon di emendamenti notturni nelle varie sezioni di Bilancio e Collegato senza mai passare per un’appropriata discussione nella Commissione Consiliare competente, ma sempre più volta ad escludere la partecipazione di associazioni e cittadini a beneficio dei mini consigli d’amministrazione “okkupati” dalla politica. Certo lo vuole la spending review, tranne che poi bocciare la nostra proposta di creare una centrale unica per gli acquisti ed i servizi di tutti i Parchi Regionali che darebbe sì una bel taglio ai costi di gestione, ma gli appalti si sa, servono a tutti…

Da ultimo il passaggio da stati inoltrati di commissariamento, non più derogabili, che hanno visto nominare presidenti quegli stessi Commissari incaricati dalla politica con le solite logiche di spartizione, nonostante un chiaro monito dell’ANAC che sconsiglia vivamente questo tipo di avvicendamenti. Il tutto, senza passare per il parere della commissione come stabilito da legge e regolamenti.

Il messaggio politico sulle aree naturali protette a me risulta abbastanza chiaro ed in linea con la politica nazionale: sfruttare è assai più vantaggioso che tutelare.